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SPECIALE NUMERO ZERO DE "IL NUOVO PAESE" - Via Fani: 37 anni dopo

Nuova commissione d’inchiesta e si torna a indagare sull’affaire Moro

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Nel momento in cui pubblichiamo questa nota, è venerdì 13 marzo 2015. Fra tre giorni, ricorre dunque l’anniversario della strage di via Fani a Roma. Da lunedì prossimo, cioè il 16 marzo, saranno intercorsi giusto 37 anni (oltre 13 mila e cinquecentoquattordici giorni, tenendo conto degli anni bisestili) dal giorno in cui un commando delle Brigate rosse rapiva Aldo Moro, presidente della Democrazia cristiana, previo annientamento della sua scorta: cinque uomini venivano trucidati senza alcun pietà e possibile retro-pensiero.
Nonostante cinque processi svolti, la costituzione di una prima commissione parlamentare d’inchiesta, di quattro commissioni sul terrorismo, di una commissione P2 e, ora, dallo scorso anno, la costituzione di un’altra commissione parlamentare d’inchiesta, non si finisce di indagare su quei fatti che tennero sospesa per cinquantacinque giorni (cioè sino al ritrovamento del cadavere dell’on. Moro, avvenuto il 9 maggio 1978 in via Caetani, a metà strada tra le sedi della Dc e del Pci) la vita di un’intera nazione.
Lo scorso 22 febbraio, gli agenti della polizia scientifica hanno fatto un sopralluogo in via Fani, con lo scopo di fare rilievi importanti sulla strada che fu teatro del rapimento dello statista democristiano e della strage della sua scorta. In proposito sarebbe stato operato una scansione dei luoghi con il laser.
«Abbiamo scelto di cercare la verità dei fatti – ha spiegato qualche giorno prima alla stampa Gero Grassi, vicepresidente dei deputati Pd e componente della nuova commissione parlamentare – attraverso i mezzi che oggi la tecnologia mette a disposizione e in via Fani siamo certi che scopriremo novità rilevanti».
A decidere il Parlamento a costituire l’ennesima commissione d’inchiesta furono nella scorsa primavera le dichiarazioni dell’ex ispettore Enrico Rossi, ora in pensione, che rivelavano il contenuto di una lettera scritta da uno dei due presunti passeggeri della Honda che avrebbe bloccato il traffico il giorno del rapimento di Moro. Secondo un brano dello scritto, infatti, «due agenti dei servizi segreti aiutarono le Brigate rosse in via Fani durante il rapimento di Aldo Moro». La lettera rivelava anche un altro particolare inquietante: che gli agenti presenti sul luogo della strage avevano il compito di «proteggere le Br da disturbi di qualsiasi genere. Dipendevano dal colonnello del Sismi Camillo Guglielmi che era in via Fani la mattina del 16 marzo 1978».
Tali gravi asserzioni e altre «novità» affiorate in questi ultimi anni (come quelle affermate dall’ex giudice Ferdinando Imposimato nel suo libro I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia – Perché Aldo Moro doveva morire – La storia vera, New Compton 2013, che rivela come fu fermato poco prima che partisse un blitz, coordinato da Carlo Alberto dalla Chiesa e dal commissario Pasquale Schiavone, che doveva liberare Aldo Moro dalla sua prigione in via Montalcini), ha spinto a maggio dello scorso anno il Pd a richiedere l’istituzione di una nuova commissione d’inchiesta. Sempre Gero Grassi, ha infatti definito “sconvolgenti” le novità emerse dalle dichiarazioni dell’ex ispettore. I lavori di questa nuova commissione, che ha gli stessi poteri investigativi dell’autorità giudiziaria, devono essere conclusi entro diciotto mesi dal suo insediamento con la presentazione di una relazione sulle risultanze delle indagini ed eventualmente relazioni di minoranza. Secondo il relatore del ddl Miguel Gotor, storico e parlamentare pd, «l’istituzione di una nuova Commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e sull’uccisione di Aldo Moro è un atto significativo e qualificante che permetterà di integrare il lavoro delle commissioni precedenti alla luce della nuova normativa sul segreto e sulle procedure di declassificazione».
A presiedere la commissione, è stato eletto Giuseppe Fioroni, con ampia maggioranza. «Si può cambiare verso – ha commentato nell’occasione Fioroni – se si chiudono i conti con il passato. Oggi ci sono le condizioni per scrivere la verità».
È questa una commissione di alto profilo, per i nomi dei deputati e senatori che la compongono. Ci sono infatti molti leader politici, oltre agli storici.
Questa la lista completa dei componenti.
Deputati: Angelo Attaguile, Alfredo Bazoli, Pier Luigi Bersani, Marco Carra, Claudio Cominardi, Emanuele Cozzolino, Luca D’Alessandro, Antonio Distaso, Donatella Duranti, Ettore Guglielmo Epifani, Giuseppe Fioroni, Carlo Galli, Vincenzo Garofalo, Francesco Saverio Garofani, Marta Grande, Gero Grassi, Lorenzo Guerini, Ignazio La Russa, Rocco Palese, Caterina Pes, Flavia Piccoli Nardelli, Gaetano Piepoli, Nazzareno Pilozzi, Pino Pisicchio, Sergio Pizzolante, Ernesto Preziosi, Walter Rizzetto, Andrea Romano, Francesco Paolo Sisto, Arianna Spessotto.
Senatori: Alessandra Bencini, Enrico Buemi, Giacomo Caliendo, Massimo Cervellini, Luigi Compagna, Paolo Corsini, Jonny Crosio, Giuseppe Cucca, Luigi D’Ambrosio Lettieri, Aldo Di Biagio, Rosa Maria Di Giorgi, Federico Fornaro, Maurizio Gasparri, Carlo Giovanardi, Miguel Gotor, Stefano Lepri, Pietro Liuzzi, Stefano Lucidi, Luigi Manconi, Giovanna Mangili, Giuseppina Maturani, Maurizio Migliavacca, Michela Montevecchi, Nicola Morra, Paolo Naccarato, Giorgio Pagliari, Ugo Sposetti, Gianluca Susta, Lucio Rosario Filippo Tarquinio, Mario Tronti.

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