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I "soggiorni" dell'imperatore in Puglia tra Foggia, Civitate e Apricena

Due passi nel Gargano con Federico II

Incisione a muro

di Natia Merlino

Incisione a muro

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ECCO, IN questi giorni di aprile, per le strade di Procina, pare ancora di sentirlo quel passo regale, quel fiero cipiglio di Federico II, uso a frequentare la sua Domus Solaciorum preferita, tra il 1222 e il 1243, nei periodi più importanti e intimi dell’anno, Natale e Pasqua in primis, per quanto, una volta vi soggiornò anche nel mese di novembre.
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Queste, secondo diverse pubblicazioni storiche, le sue tappe in alcuni paesi del Gargano: 1222-1223 (Natale), da dicembre a gennaio, tra Foggia,  Civitate e Apricena; 1226 (Natale), dicembre; 1230 (Pasqua), da febbraio ad aprile, sosta permanente tra S. Lorenzo, Apricena e Foggia; 1231-1232 (Natale), da dicembre a gennaio; 1232 (Natale), dicembre (forse fino a fine gennaio 1233), tra Lucera e Apricena; 1234, novembre, Apricena; 1240 (Pasqua), marzo, tra Apricena, Foggia Tressanti e Salpi; 1241 (Natale), dicembre, tra Foggia e Apricena; 1242 (Natale), dicembre, Apricena; 1243 (Natale), gennaio, Apricena.
Federico II, solo l’anno precedente al suo iniziale soggiorno, nel 1221, era giunto per la prima volta in Puglia e ne rimase così colpito per la ricca vegetazione e le antiche testimonianze, che si impegnò in costruzioni e ristrutturazioni di alcuni castra e palatia, oltre che di domus solaciorum, che hanno contribuito a conferire alla regione quell’immagine di fascino e bellezza tutt’oggi viva: Castello di Vieste; Castel Fiorentino; Castello di Lucera; Castello di Monte Sant’Angelo; Castel del Monte; Castello di Altamura; Castello di Gioia del Colle; Castello di Trani; Castello di Bari; Castello di Brindisi; Castello di Oria; Castello di Barletta.
Federico II spostò addirittura la capitale del regno da Palermo a Foggia e fu proprio nella città dauna che fece costruire tre palazzi imperiali.
Ma per l’Imperatore, Apricena rappresentava un luogo di svago, di rapporti sociali ma anche una residenza di lavoro per le incombenze di Corte e gli editti imperiali emanati. Federico II ritrovava in Apricena anche la sua passione per la caccia, essendo ricca di boschi. Si racconta che, dopo aver ammazzato durante una battuta un enorme cinghiale, fece preparare un ricco banchetto e da quella cena derivò il nome attuale di Apricena (nelle due varianti: apri coena e aperuit coenam), come si trova riportato nell’epigrafe lapidea incastonata sulla Torre dell’Orologio del Palazzo Baronale del 1282, risalente a Federico II: “Cena dat et aper nomen tibi Apricina”.
Altra importante traccia della storia Federiciana è relativa al Puteum Salzum “Pozzo Salso”. In area periferica rientra Castel Pagano, restaurato da Federico II per adeguarlo ai suoi svaghi di caccia. Lì vi installò una guarnigione di fidi Saraceni, da cui il nome (si ricorda che i non cristiani venivano chiamati pagani). La dimostrata fedeltà, la particolare bellezza del sito, la rispondenza delle attitudini degli abitanti alle sue abitudini e necessità hanno indotto l’Imperatore a concedere agli Apricenesi, con il Diploma del 1230, i privilegi particolari dello jus legnandi, pascendi sia con l’autorizzazione a tener fiera il mercoledì di ogni settimana, sia con l’estensione ai territori contigui di Castelpagano, Civitate e San Nicandro. In omaggio alla frequenza e alla devozione di Federico II, il Comune di Apricena svolge annualmente la rievocazione storica comprensiva di convegni. Il Castello e il centro storico divengono scenari storici, attrattori turistici in simbiosi con gli operatori locali dispensatori di risorse del territorio a tutto tondo. Il 20 novembre 2021 l’Associazione “fotografando” ha realizzato “La Spada nella… Pietra”, per onorare il passaggio dell’Imperatore con il suo simbolo della spada e con la pietra, rappresentativa del lavoro tipico di Apricena.

Felice Clima, lo studioso di Federico II

Felice Clima

Felice Clima

Storia, aneddoti, amore e cura nel tramandare di Capitanata, Gargano, Apricena e Federico II si deve, tra gli altri, a Felice Clima. Nato ad Apricena il 17 settembre 1930 e deceduto a Foggia il 22 luglio 2015, Clima è stato “lo studioso devoto” di Federico II, il suo cantore. Avvocato di professione, Toga D’Oro del Foro di Foggia, grande viaggiatore ed umanista, Clima è vissuto a Foggia, frequentando quasi quotidianamente il suo paese natale. Ha dedicato gli anni della sua vita alla ricerca, alla comprensione e alla trasmissione del suo territorio, cercando di animare la cultura foggiana e apricenese. Vasta la sua produzione scrittoria. Tra i suoi scritti ricordiamo Apricena… percorsi. Itinerari extraurbani. Percorsi della storia, economia, giustizia, fede. Tracce della memoria, Grafiche Litostampa, Foggia 1998 e Leggende, microstorie e storie di Capitanata… da Apricena,… dal Gargano, Bastogi, Foggia, 2000.

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