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IL GHOSTING - Cosa è, come si pratica e chi lo fa. Ma c'è chi lo ha definito un "reato"

Fuggire all’inglese? L’arte di far perdere le proprie tracce senza dare spiegazioni

Ritratto di donna bendata (immagine internet)

Quando scomparire è un po’ come morire


Ritratto di donna bendata (immagine internet)

Ritratto di donna bendata (immagine internet)

di Valeria Meli

Valeria Meli

Valeria Meli

A CHI non è mai accaduto? Si intraprende una relazione amicale, sentimentale o lavorativa che presuppone un investimento emotivo ma, ad un certo punto e senza alcun motivo apparente o qualche sorta di preavviso, quella persona scompare. Per sempre! In che modo? Semplicemente non risponde più ai nostri messaggi e alle nostre chiamate, senza fornire nessuna spiegazione del suo gesto, senza nessun addio. Almeno quello, macché!
Complice il mondo dei social dove le relazioni assumono una connotazione consumistica, questo fenomeno se così lo possiamo chiamare è ormai tanto diffuso da essersi guadagnato anche un nome: ghosting. Termine che dall’inglese si può tradurre con: sparire come un fantasma e quindi diventare per noi un fantasma.
La persona abbandonata può provare indubbiamente un senso di angoscia, sentirsi in colpa pensando di aver fatto qualcosa di sbagliato e tentare ripetutamente un contatto con la persona che l’ha abbandonata. Sia ben chiaro, non tutte le relazioni sono destinate a continuare nel tempo, ma andar via senza un saluto, la dice lunga sulla capacità di affrontare in modo onesto e sincero la situazione che si vive con l’altro.
Secondo chi ha analizzato il fenomeno, spesso il ghostatore ha paura di accedere al livello successivo della relazione e decide di mollare la presa in questo modo piuttosto che ferire o accettare di dibattere le proprie posizioni con quelle dell’altro. In altri casi invece l’intento è quello di sfuggire ad una situazione spiacevole o evitare di ferire la persona che si ha di fronte.
Ad ogni modo, le conseguenze del sentirsi rifiutati, umiliati, abbandonati, senza capire realmente il motivo comportano effetti a lungo termine: il non avere fiducia nelle relazioni future, portando a cinismo e chiusura sentimentale oltre che a depressione, ansia, e bassa autostima.

Una scena del film Ghost (1990) - Foto web

Una scena del film Ghost (1990) – Foto web

Ciò premesso, non sorprende che nel 2022 il deputato Arnolfo Teves Jr., membro del Nationalist People’s Coalition delle Filippine ha deposto in Parlamento una proposta per rendere il ghosting illegale, e classificarlo come un reato vero e proprio. Nel disegno di legge Teves ha affermato che”L’ambiguità del ghosting” è che non c’è una vera conclusione tra le parti coinvolte, e in questo modo può diventare una forma di crudeltà emotiva, dovrebbe essere punito come offesa emotiva per il trauma che causa alla parte ghostata”. Il parlamentare ha poi continuato affermando che “gli studi hanno dimostrato che il rifiuto sociale di qualsiasi tipo attiva nel cervello gli stessi percorsi del dolore fisico, il che significa che esiste un legame biologico tra rifiuto e dolore. Questo vale sia per gli amici che per i partner”.
Non ci resta a questo punto di augurarci che queste nostre considerazioni siano utili a tutti quelli che stanno pensando di mettere fine a una relazione. Parlate e non scappate! Se potete…


Una delle più belle poesie di Eugenio Montale è proprio dedicata alle persone che per un motivo o per l’altro non ci sono più nelle nostre vite. Cogliamo l’occasione per riproporvela. 

 Personae separatae di Eugenio Montale

Come la scaglia d’oro che si spicca
dal fondo oscuro e liquefatta cola
nel corridoio dei carrubi ormai
ischeletriti, così pure noi
persone separate per lo sguardo
d’un altro? È poca cosa la parola,
poca cosa lo spazio in questi crudi
noviluni annebbiati: ciò che manca,
e che ci torce il cuore e qui m’attarda
tra gli alberi, ad attenderti, è un perduto
senso, o il fuoco, se vuoi, che a terra stampi,
figure parallele, ombre concordi,
aste di un sol quadrante i nuovi tronchi
delle radure e colmi anche le cave
ceppaie, nido alle formiche. Troppo
straziato è il bosco umano, troppo sorda
quella voce perenne, troppo ansioso
lo squarcio che si sbiocca sui nevati
gioghi di Lunigiana. La tua forma
passò di qui, si riposò sul riano
tra le nasse atterrate, poi si sciolse
come un sospiro, intorno – e ivi non era
l’orror che fiotta, in te la luce ancora
trovava luce, oggi non più che al giorno
primo già annotta.

(da La bufera e altro 1940-1954)

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