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ILNUOVOPAESE.IT dell'8/14 febbraio 2024, Numero 6 (Anno XIV) - IN COPERTINA

Entrati nell’era RoboCop. Con un chip nel cervello la telepatia non è più fantascienza

La scimmia Piager (foto internet)

La scimmia Pager (foto internet)

di Valeria Meli

È notizia recentissima e giunge da Elon Musk. Il 28 gennaio l’imprenditore che dal 2016 guida Neuralink, un’azienda che si occupa di implementazione tecnologica in ambito biologico, ha affermato che è stato impiantato su un uomo il primo microchip in grado di mettere in comunicazione il cervello e il computer. L’uomo, un volontario costretto a letto da una paralisi, tra qualche mese, secondo le previsioni, potrà controllare i movimenti attraverso il cursore di un computer con la propria mente.
Telepathy, questo il nome del chip, rileva i segnali cerebrali e li invia  ad un’interfaccia che li elabora consentendo di utilizzare un computer attraverso il proprio pensiero. “L’uso iniziale – ha affermato Musk – è per chi ha perso l’uso degli arti. Immaginate se Stephen Hawking avesse potuto comunicare più velocemente…”.
Facile capire che, in caso di esito positivo dell’esperimento, Neuralink  potrebbe essere impiegato dalle persone con disturbi di origine neurologica per realizzare una integrazione uomo-macchina, immaginata finora solo nel mondo della fantascienza.
Tutto è partito nel 2021 da una scimmia, Pager, un macaco di 9 anni, protagonista della sperimentazione. Nel video di presentazione diffuso da Neuralink si vede il primate, attaccato ad una cannuccia che somministra del frullato di banana,  giocare mediante un joystick al videogioco Pong. Dopo aver imparato il gioco, grazie anche alla stimolazione fornita dal ghiotto premio, a Pager è stato impiantato il chip wireless N1 Link, abbreviato “The Link”. È stato quindi eliminato il joystick, ma il goloso macaco ha continuato a giocare senza joystick con la sola forza del suo pensiero, utilizzando, a sua insaputa il microchip.
Elon Musk è convinto che questo primo esperimento determinerà una grande rivoluzione futura. A seguirlo ci sono la stampa e l’opinione pubblica che hanno accolto con grande entusiasmo il progetto dell’eclettico imprenditore. La scienza però è piuttosto scettica e sottolinea che mancano i presupposti medici e scientifici.
Difficile prevedere adesso se Neuralink, col passare degli anni e con l’avanzamento scientifico, non si trasformi in quello che Elon Musk vorrebbe che sia. Non ci resta che aspettare.

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